Written by tamara in Prime cure al neonato.
Le dermatiti da contatto, a volte chiamate anche eczemi da contatto o topica, si dividono in due sottogruppi: le dermatiti irritative da contatto (DIC) e le dermatiti allergiche da contatto (DAC). Dagli studi statistici si evince che l’80% delle dermatiti da contatto è di tipo irritativo mentre il restante 20% è di natura allergica.
Nelle dermatiti da contatto la cute diventa pruriginosa, eritematosa e con piccole vescicole che spesso desquamano (eczemi). Quando la dermatite persiste per molto tempo tende a cronicizzare e si osserva una riduzione dell’eritema e la cute appare secca, lichenificata e con piccole ragadi.
Le dermatiti irritative da contatto sono espressione dell’azione tossica diretta (irritazione) delle sostanze che vengono a contatto con la pelle. Esse possono manifestarsi anche al primo contatto dell’agente irritante con la cute. Esempio pratico è la dermatite da pannolino causata dal contatto prolungato con il pannolino sporco o dall’uso di certi detersivi.
Le dermatiti allergiche da contatto, invece, prevedono una più o meno prolungata esposizione ad una sostanza sensibilizzante. Quest’ultima, ad una successiva esposizione, viene riconosciuta in maniera “specifica” dal nostro sistema immunitario che, nel tentativo di difenderci, attiva una serie di meccanismi infiammatori responsabili della dermatite. Le sostanze chimiche finora descritte come in grado di provocare una reazione cutanea allergica sono più di 3.000.
Analizziamole bene:
Responsabili della DAC sono sostanze chimiche semplici, con peso molecolare tra 500 e 1000 dalton. Sono spesso implicati metalli come il nickel, il cromo e il mercurio, elementi della gomma (presenti in elastici, guanti, scarpe), sali di cromo (il bicromato di potassio è presente nella concia dei pellami, per esempio nelle scarpe), bigiotteria, amine aromatiche (presenti nelle tinture per capelli); sostanze profumate e conservanti come parabeni, kathon e quaternium presenti in profumi e cosmetici (soprattutto creme, fondo tinta e fard); piante come l’edera velenosa (specialmente in America), la quercia e l’erba di San Giacomo; coloranti; farmaci, soprattutto topici, come la neomicina (antibiotico spesso presente in crema), la difenidramina e la prometazina (antistaminiaci), la benzocaina (anestetico) e, più raramente, altre sostanze.
Il nichel rappresenta la causa più comune di DAC ed è praticamente ubiquitario (orecchini, collane, bracciali, orologi, tubetto del rossetto, bottoni e montature metallici, etc.); il ruolo del nickel nella dieta è controverso, essendo presente nella soia, nei legumi, spinaci, datteri, mandorle, nocciole, liquirizia, lievito, cacao, grano integrale e saraceno.
La DIC più frequente è quella delle mani; saponi e detergenti ne sono la causa principale.
L’analisi è stata curata da: Alexan Alexanian – Medico di Medicina Generale, Milano
Fonte: www.ambulatorio.com
Nella foto a lato si ha un esempio di DIC con lieve sovrainfezione di tipo micotico. Va trattata con crema il cui principio attivo sia itraconazolo oppure clotrimazol da applicare 3 volte al di per 5-7 giorni, più una crema all’ossido di zinco.
Si consiglia di NON applicare creme al CORTISONE.
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