Written by tamara in Alimentazione, Cure pre-natali e tests, FAQ, Gravidanza, Parto e Post-parto, I primi nove mesi, Salute.
La toxoplasmosi è una malattia abbastanza comune, non grave; nella maggior parte dei casi non produce alcun disagio e chi ne è affetto non si accorge d’averla contratta.
In alcuni casi si può manifestare con sintomi simili a quelli dell’influenza: febbre che persiste da alcuni giorni fino a qualche settimana, dolori muscolari ed ingrossamento dei linfonodi.
La toxoplasmosi può essere grave nelle donne portatrici di HIV/AIDS o che stanno facendo una chemioterapia.
Se la malattia si contrae per la prima volta durante la gravidanza è possibile trasmetterla al feto.
L’infezione si diagnostica attraverso un esame del sangue.
Il contagio avviene principalmente attraverso l’ingestione diretta di un parassita relativamente diffuso. In alcuni casi l’infezione può avvenire in seguito ad emotrasfusioni o a trapianto d’organo.
Se hai un gatto in casa:
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Si consiglia di eseguire il test quando hai deciso di iniziare una gravidanza o appena scopri di aspettare un bambino.
Questo per sapere se hai una infezione in corso oppure se hai contratto la malattia in passato e, quindi, ne sei immune. Nel caso invece fossi negativa corri il rischio di contrarre l’infezione durante la gravidanza.
Quindi, se il test è negativo è necessario ripetere il test ogni mese e mezzo durante la gravidanza per evidenziare precocemente l’eventuale infezione.
Se il test è positivo significa che l’infezione è in corso oppure che il contagio è avvenuto in passato. Se la contrai in gravidanza, non corri personalmente nessun rischio particolare, ma hai la possibilità di trasmettere la malattia al feto.
Se l’infezione l’hai avuta nel passato, la possibilità di una nuova infezione è del tutto inesistente.
Se l’infezione è in corso il medico che ti segue in gravidanza ti informerà, secondo l’epoca di gravidanza, sugli accertamenti e sulla terapia da seguire.
La possibilità di trasmissione al feto cambia con il procedere della gravidanza:
Alla nascita circa il 90% dei bambini contagiati non manifesta sintomi evidenti.
È importante ricordare che, per quanto asintomatici alla nascita, la maggior parte dei bambini non trattati svilupperà successivamente alcune manifestazioni della malattia: