Alimentazione in adolescenza. Terza parte

Indicazioni generali per il ragazzo.

Proseguiamo il discorso con l’alimentazione dei ragazzi. Rispetto alla ragazza, egli è avvantaggiato poichè la pubertà spesso è l’occasione giusta per perdere peso senza fatica e senza diete. Questo accade perchè avviene uno scatto in altezza e gli ormoni sessuali causano un aumento del dispendio di energie, diciamo quindi che il peso si ridistribuisce in altezza. È naturale che se si tratta di un leggero sovrappeso la cosa funziona, ma per i ragazzi obesi con squilibri alimentari, non vale lo stesso discorso, anzi, a causa dell’aumento dell’appetito, si potrebbe correre il rischio opposto, cioè quello di ingrassare maggiormente.

Sicuramente è consigliabile per i genitori portare il ragazzo obeso che entra nella pubertà, quindi verso i 12-13 anni, da un endocrinologo per valutare esattamente il grado di intolleranza al glucosio e misurare la sensibilità all’insulina, al fine di affrontare una dieta appropriata.

Il metodo Montignac propone di:

  1. scegliere alimenti a basso indice glicemico. Vedi la seconda parte di questo argomento.
  2. limitare il consumo di proteine del latte di vacca. Latticini una o due volte al giorno preferendo parmigiano e groviera e integrando con altri alimenti ricchi di calcio che possono essere le acque minerali, frutta secca, legumi, semi di sesamo.
  3. fare esercizio fisico quotidianamente. Come dicevo per le ragazze, camminare a passo veloce per mezz’ora al giorno o un quarto d’ora di jogging contribuiscono a migliorare la sensibilità all’insulina.

Gli attacchi di fame, non devono essere sottovalutati, i ragazzi, che sono in fase di crescita, non devono soffrire la fame, devono poter mangiare fino a saziarsi, ma è importante scegliere gli alimenti giusti. Quelli a basso indice glicemico, come per esempio frutta, verdura, pasta integrale, legumi, riso (che tra l’altro è anche definito alimento “anti-obesità“), ci permettono di conservare più a lungo il senso di sazietà mettendo fine in modo naturale e definitivo alle tendenze che possiamo definire “bulimiche“.

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